Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi!
Le IPO non vanno più di moda
Da qualche tempo a questa parte, l’aumento delle pressioni inflattive sta comprimendo le aspettative future delle società quotate o di quelle che si apprestano a quotarsi.
Nel secondo trimestre 2021, a Wall Street si sono quotate appena 54 società, raccogliendo ca. $18mld. Al contrario, nel primo trimestre si sono quotate quasi il doppio delle aziende, ca. 101 (escluse le SPAC), raccogliendo la bellezza di $42mld.
Non solo. Negli ultimi mesi non si sono più registrati casi importanti di “boom” delle azioni nel giorno della loro quotazione.
Paura dei "flop"
Nuovi dati infatti mostrano che il mercato delle IPO si è raffreddato di molto rispetto ad un primo trimestre abbastanza rovente, visto che molte azioni di società quotate recentemente sono scese al di sotto del valore di quotazione e, in alcuni casi, molte IPO sono risultate un “flop” il giorno della quotazione.
Mediamente, tra gennaio e febbraio 2021, le azioni delle società americane quotatesi al New York Stock Exchange o al Nasdaq (escluse le SPAC) sono aumentate di oltre il 40% dal loro prezzo di IPO il primo giorno di negoziazione. Al contrario, tra marzo e aprile, quando le tensioni inflattive hanno cominciato a farsi sentire sui mercati andando a penalizzare soprattutto le società “growth” e/o in perdita, l’aumento medio del prezzo è stato di ca. il 20%. I dati degli ultimi due mesi, mostrano un’ulteriore compressione, con l’aumento medio pari a ca. il 18%. Insomma un trend netto discendente, come mostrano i dati di Dealogic.
Le gradi delusioni
Tra le grandi delusioni di società quotate nelle ultime settimane figurano sicuramente la società tecnologica assicurativa cinese Waterdrop, scesa del 19% al debutto o la società proprietaria della tecnologia alla base del vaccino contro il coronavirus Oxford/AstraZeneca, Vaccitech, che è crollata del 17% il primo giorno di contrattazioni.
Peraltro, sempre secondo i dati Refinitiv, nel primo trimestre, una società su quattro in IPO a Wall Street si è poi quotata oltre il range previsto. Addirittura nel quarto trimestre dello scorso anno, quasi il 40% è riuscito a quotarsi oltre il range originariamente previsto.
Invece dall'inizio del secondo trimestre, la quota di aziende che ha superato le aspettative sui prezzi è scesa all'11%, mentre la percentuale di società che si è quotata a prezzi inferiori rispetto al range previsto è salita al 13%, percentuale più alta all'inizio della pandemia.
Il ritorno alla normalità e l’eventuale riduzione dello stimolo delle banche centrali sta dunque riducendo l’entusiasmo sui mercati azionari e questo è sicuramente un aspetto da tenere in considerazione nelle scelte di rischio di investimento.