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Il ritorno degli investitori retail
Negli ultimi anni i mercati finanziari hanno attratto le attenzioni di sempre più numerosi investitori privati.
Il peso crescente degli investitori privati
Il peso di questi investitori infatti è progressivamente cresciuto da ca. il 10% nel 2010 ad un picco massimo di ca. il 28% del totale delle transazioni azionarie in USA a dicembre 2020, come mostrato nel grafico.
Un’ascesa anche favorita dall’utilizzo di strumenti a leva (ETF e CFD) e opzioni. Questo ha conferito più volatilità ai mercati finanziari e ha dato il “la” a fenomeni irrazionali come il caso di Wallstreetbets e delle “meme stocks”.
In questo clima fortemente speculativo, alimentato tra l’altro anche dallo sviluppo di piattaforme a commissioni “0” come Robinhood, i giovani trader si sono dati all’affannosa ricerca di un nuovo “unicorno” azionario, una società ancora in fase embrionale, con tassi di crescita estremamente elevati e con una tecnologia “disruptive” destinata a segnare il settore in cui opera.
Non è un caso che il Non-profitable technology index di Goldman Sachs sia letteralmente esploso al rialzo rispetto all’anno scorso.
L'arrivo dell'inflazione
Tutto bene fino a febbraio 2021. Fino a quando è arrivata l’inflazione. Che ha portato con sé un marcato aumento dei rendimenti dei Treasury americani, i c.d. risk-free rate in base ai quali viene calcolato il tasso di sconto per valorizzare una società. Tanto più alto è il Treasury e il tasso di sconto, tanto più basso sarà il valore intrinseco di un’azione. Soprattutto quelle azioni che genereranno flussi di cassa solo più in là nel tempo.
Ad esempio un aumento dell’1% del tasso di sconto su un’azione “value” come Coca-Cola, avrebbe un impatto nell’ordine del 15% sul valore intrinseco della società. Ma lo stesso aumento del tasso di sconto su un’azione “growth” come Pinterest ridurrebbe il valore dell’azione del doppio (ca. 30%).
Ed è quello che è successo: è iniziata una rotazione settoriale, che ha fatto letteralmente collassare le “growth stocks” e ha favorito le società “value”, quelle industriali, i finanziari, i beni di consumo ciclici e le materie prime, ovvero tutte quelle azioni duramente colpite dalla pandemia e che tendono a beneficiare di un aumento dell’inflazione.
Questo marcato cambiamento di direzione ha spaventato i giovani investitori, la cui partecipazione al mercato è scesa drasticamente (come evidente dal crollo dei contratti di opzione da marzo in poi):
Ma i giovani investitori non demordono
Dopo due mesi di declino nella partecipazione degli investitori retail al mercato, Goldman Sachs ha fatto notare che nelle ultime settimane vi è stato un ritorno di fiamma da parte di questi investitori, soprattutto verso la fine di maggio.
Non a caso infatti, sono tornate a salire (con la solita dose di estrema volatilità) le “meme stocks” come AMC e Gamestop.
E quali sono state le azioni più attenzionate? Strano ma vero, non si tratta di società molto celebri: su tutte spiccano la società di camion elettrici Workhorse, Fuelcell Energy, la già menzionata catena di cinema AMC Entertainment, Lumen Technologies e la società midstream petrolifera Kinder Morgan.
Difficile dire se la frenesia degli investitori privati durerà a lungo. Certo è che era stata data per morta troppo presto!